Ki-hon

Con il termine Ki-hon, si indicano tutti quegli aspetti del judo ritenuti "fondamentali", ovvero tutto ciò che sostiene ed è basilare per una pratica corretta, così come le fondamenta di una casa, senza essere visibili, sostengono un intero edificio.

Rientrano quindi sotto il termine Ki-hon il saluto (Rei), la cui comprensione non superficiale è di grande aiuto, le posizioni (Shisei) essenziali nel Nage-waza e nel Randori, gli spostamenti (Shintai) che altro non sono che "posizioni in movimento", le rotazioni (Tai-sabaki) indispensabili sia per eseguire alcune tecniche sia per schivarle, le cadute (Ukemi) senza aver ben compreso le quali, la pratica sarebbe estremamente dannosa, ed infine gli squilibri (Kuzushi) o la rottura della posizione del compagno.

Nage-waza e Go-kyo

Definizione di Nage-waza

Il termine Nage-waza deriva da nagueru = proiettare, lanciare e waza = tecnica e significa quindi "tecniche di lancio" o "tecniche di proiezione" e identifica quelle tecniche il cui scopo è appunto proiettare uke al suolo, con sufficiente forza e velocità, al fine di farlo cadere con la schiena se la caduta è controllata, oppure impedirgli di rialzarsi a causa delle lesioni riportate se la proiezione dovesse essere applicata nel combattimento reale.

Judo-no-waza

Judo no waza

          

Nage waza

    

Tachi waza

  

Te waza

Koshi waza

Ashi waza

Sutemi waza

 

Ma sutemi waza

Yoko sutemi waza

Katame waza

    

Osae waza

Shime waza

Kwansetsu waza

  

Ashi kwansetsu waza

Ude kwansetsu waza

Kubi kwansetsu waza

Atemi waza

Ukemi

La caduta o, pià correttamente, la rottura di caduta, è una tecnica per affrontare una caduta a terra senza farsi male; imparare a cadere significa educare il proprio corpo all'arte di cadere in modo spontaneo e naturale, ammortizzandone l'impatto e neutralizzando le possibilità di averne danni.

Le cadute sono il primo passo nel Judo ed il più importante; solo dopo aver compreso le cadute sarà possibile iniziare la pratica del Judo.

Dojo

Dojo è un termine del buddismo cinese che è stato associato solo in un secondo tempo alle arti marziali giapponesi. Dojo, o bodhimanda in sanscrito, è da sempre definito come un luogo particolare; infatti "Do" significa "via" e "jo", "luogo". Dunque Dojo è il luogo della Via, il luogo ove si ricerca la Via, il posto dove si abbandona l'ego, si abbandona ogni illusione, rabbie e paure, affetti e famiglia. L'atmosfera deve essere calma e serena e il silenzio deve essere completo onde favorire la corretta pratica. Nel dojo non devono entrare considerazioni di alcun genere, o pregiudizi; l'atmosfera è quella della ricerca interiore, per cui è necessaria la sincerità.

Rei

Dopo essere saliti sul tatami ci si volge verso Kamiza e si esegue Ritsu-rei, il saluto in piedi. Questo saluto segna un primo passaggio di atteggiamento mentale: si cerca di abbandonare quel groviglio di pensieri e/o preoccupazioni che con noi entrano nel Dojo e si cerca una calma interiore; si suol dire che pensieri, preoccupazioni, stanchezza e desideri si lasciano negli zoori. Il saluto verso Kamiza non ha lo scopo di sottolineare l'affetto o la gratitudine che il praticante ha verso i "grandi" le cui immagini sono lì affisse, ma quello ben più veritiero di volersi ricollegare, nella sua pratica, a quello che chi ha tracciato il solco della Via ha già sperimentato.

Shisei

Prima di entrare nel vivo della pratica del Judo con lo studio delle tecniche, l'allenamento e la pratica del randori, è necessario che l'allievo abbia ben compreso le basi. Bisogna verificare Shisei, Shintai, Ukemi, ecc.., cioè tutto ciò che mette il praticante nella condizione di poter eseguire al meglio ogni movimento, ogni azione.

Ki

Senza Ki non c'è vita, il Ki è l'energia che entra in relazione con l'individuo, la forza cosmica che opera nell'individuo quando l'energia psichica dell'individuo entra in relazione con le energie cosmiche.

E' un'energia quindi che tutti gli individui hanno, nella loro coscienza di esser parte del tutto, ma che pochi sanno usare e gestire. E' un'energia che si manifesta in ognuno in certi momenti della vita nei quali si trascende dal se stessi quotidiano. E' un'energia che chi percorre una Via spirituale deve imparare a conoscere, a gestire, a farne parte integrante del sè quotidiano, ad avere Ki qui ed ora.

Esercizi di respirazione

· respirazione MU, per favorire i muscoli della respirazione, si emette aria lentamente, esaurendo l'aria disponibile, senza andare in debito di ossigeno; da seiza o in piedi

· in ginocchio, un compagno tiene il pugno, il pollice o un corpo duro (quale potrebbe essere il manico del boken) premuto contro il nostro addome; espirando, bisogna spingere in fuori con costanza, non a colpi.

· tenendo con le mani la cintura stretta attorno all'addome, si espira circa i 2/3 dell'aria, dopodiché si comprime il basso addome emettendo un kiai che suona circa come un "EIT" utile per riscaldarsi in caso di freddo.

Filosofia e morale del Judo

La prosperità delle Nazioni

Kano, come del resto è la mentalità comune in Giappone, aveva un senso sociale estremamente marcato sentendo in modo forte la necessità di operare in modo utile per la società. E' probabilmente dovuto alla sovrappopolazione del Giappone questa cultura: inevitabilmente, in un caso che potremmo definire estremo, hanno inevitabilmente dovuto nascere delle regole di convivenza, un codice morale che tenesse in considerazione gli altri nella ricerca del benessere.

Kumi kata

Una delle innovazioni di Jigoro Kano fu il doversi afferrare per il costume per l'esecuzione delle tecniche. In questo modo si ottennero delle proiezioni più spettacolari e si inserì, nel Judo, la possibilità di controllare la caduta di uke. Con le prese infatti si possono percepire i movimenti del compagno ed eseguire lo squilibrio necessario per l'esecuzione di una tecnica, e guidare la caduta di uke affinché non si faccia male.

Kuzushi e fasi della proiezione

Lo squilibrio ha la funzione di portare uke in una situazione di precaria stabilità per permettere l'adattamento del proprio corpo alla sua posizione ed eseguire la tecnica.

In funzione della tecnica da eseguire, lo squilibrio può essere effettuato in tutte le direzioni: avanti, indietro, destra, sinistra, obliquo avanti e indietro (destra e sinistra).

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Kō-shin-dō Judo Trieste
scuola per lo studio e la diffusione del Judo

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