Ukemi

La caduta o, pià correttamente, la rottura di caduta, è una tecnica per affrontare una caduta a terra senza farsi male; imparare a cadere significa educare il proprio corpo all'arte di cadere in modo spontaneo e naturale, ammortizzandone l'impatto e neutralizzando le possibilità di averne danni.

Le cadute sono il primo passo nel Judo ed il più importante; solo dopo aver compreso le cadute sarà possibile iniziare la pratica del Judo.

Per comprendere i movimenti corretti è bene seguire l'insegnamento di un judoista esperto, che saprà suggerire esercizi propedeutici.

Ushiro-ukemi

Caduta indietro; dalla posizione in piedi, braccia tese in avanti e testa abbassata avvicinando il mento al petto. Passo indietro incurvando la schiena, si scende andando a sedersi in prossimità del tallone del piede con cui siamo indietreggiati. Si rotola indietro portando la schiena a terra ma mantenendo la testa sollevata, tendendo le gambe unite e tese in avanti, battendo con le braccia sul tatami; le braccia, dopo la battuta, "rimbalzano" e tornano in avanti nella posizione da cui sono partite.

Yoko-ukemi

E' la caduta laterale che può essere eseguita sia destra che a sinistra.

Dalla posizione in piedi con il braccio destro (sinistro) teso in avanti e il sinistro (destro) sulla pancia (portando la mano circa all'altezza dell'anca opposta). Con la testa abbassata avvicinando il mento al petto, si scivola con la gamba destra (sinistra) verso sinistra (destra) sfiorando il tatami col piede, piegando la gamba sinistra (destra), andando a sedersi in prossimità del piede sinistro (destro). A questo punto ci si lascia cadere sul fianco, mantenendo la testa sollevata, tendendo le gambe in avanti e battendo con il braccio destro (sinistro) sul tatami; dopo la battuta, il braccio "rimbalza" e torna in avanti nella posizione da cui è partito.

Mae-ukemi

Caduta molto brusca, generalmente poco utilizzata trattandosi di una situazione non molto frequente.

Dalla posizione in piedi, con le braccia rilassate lungo i fianchi, ci si lascia cadere in avanti mantenendo il corpo diritto, come fosse un'asse di legno. Appena prima dell'impatto si allargano le gambe puntando le dita dei piedi e contemporaneamente si portano le braccia in avanti, piegate, con i gomiti larghi e le mani vicine, all'altezza del viso. La battuta (in questo caso senza il "rimbalzo") avviene con bani e avambracci. Il corpo deve restare sollevato (gli unici punti di contatto con il tatami sono avambracci-mani e la punta dei piedi), avendo cura di non urtare a terra col resto del corpo.

Zenpo-kaiten-ukemi o Mae-maware-ukemi

Caduta in avanti rotolata, che permette di affrontare cadute in avanti anche violente e molto ampie, eseguendo una spettacolare capriola.

Dalla posizione naturale in piedi, passo avanti col piede destro (sinistro), portando la mano destra (sinistra) davanti al piede destro (sinistro) alla distanz di circa un passo.

Il braccio destro deve essere incurvato e rigido, con la mano tesa e a taglio; il punto di contatto iniziale col tatami è con il mignolo.

La testa deve essere spostata a sinistra (destra) portando l'orecchio in prossimità della spalla.

A questo punto, sporgendosi in avanti e lanciando la gamba sinistra (destra) verso l'alto ci si da lo slancio sufficiente per rotolare in avanti, ruotando all'interno di una linea curva formata dal mignolo, taglio della mano, esterno del braccio, spalla destra (sinistra) e diagonale della schiena.

All'arrivo la mano sinistra (destra) batte a terra; le gambe saranno distese in avanti, la sinistra (destra) sarà distesa a terra sul fianco sinistro (destro) con il dorso del piede a contatto del tatami, mentre la destra (sinistra) avrà il ginocchio leggermente piegato e sollevato da terra, appoggiando la pianta del piede a terra.

Va eseguita in modo armonico e dinamico, senza interruzione. Se eseguita in modo corretto, lo slancio sarà sufficiente per consentire, all'arrivo, di rialzarsi in piedi.

A cosa serve battere con la mano?

Prova ad immaginare un grosso e pesante oggetto che cade a terra; hai presente le vibrazioni che provoca in conseguenza del gran tonfo? Lo stesso accade quando cadiamo noi a terra: si creano delle vibrazioni che provocano il trauma della caduta. La battuta a terra permette proprio di neutralizzare queste vibrazioni, di scaricare questa energia provocata dalla caduta.

Per provare, puoi fare una caduta senza battere a terra; sentirai un generale stordimento che non provi invece quando batti correttamente a terra.

Nel libro PERCHE' ACCADE CIO' CHE ACCADE (BUR - 2013), l'autore Andrea Frova, docente di Fisica generale all'università di Roma e genitore di due judoiste, da una interessante spiegazione scientifica:

 

221. LA MANATA DEL JUDOKA

Perché i lottatori di judo o di altri sport consimili, cadendo, battono con forza una mano contro l'impiantito?

L'autore di questo libro ha due figlie che, nel judo, hanno conseguito il diploma di cintura nera. Le ha viste cadere mille volte e ha potuto studiare il loro modo di atterrare senza farsi troppo male. Del resto, il judo presenta, ancor più di altri sport, una vera dovizia di problemi di meccanica. A proposito della manata sul tappeto, ci sono almeno quattro buoni argomenti a suo favore: primo, la mano agisce da molla e frena la rapidità dell'urto, quindi l'intensità delle forze impulsive (vedere il quesito 163). Secondo, aumenta la superficie di contatto del corpo col pavimento, riducendo la pressione (si supponga di cadere sullo spigolo di un'anca, per esempio, o su una costola). Terzo, permette in parte di "guidare" la caduta, aiutando il corpo a ruotare e a urtar terra con le parti meno sfavorevoli. Il quarto è un argomento psicologico: concentrarsi su tale gesto permette di mantenere un ruolo attivo e sottovalutare gli aspetti sfavorevoli del colpo subito. Rimane da augurarsi, ora, che i maestri giapponesi non trovino queste motivazioni del tutto inappropriate al loro modo di concepire il judo.

 

Perché la testa non deve toccare terra?

È inutile sottolineare quanto possa essere pericoloso urtare con violenza la testa a terra; i danni alla testa ed al collo, in conseguenza a ciò, potrebbero anche essere gravi.

Per questo, in tutte le cadute la testa va sempre mantenuta sollevata dal terreno; nella Ushiro-ukemi e Yoko-ukemi, il mantenere le gambe sollevate da terra è funzionale proprio a tale scopo.

In Mae-maware-ukemi la testa va mantenuta spostata verso il lato, in modo da mantenerla all'esterno di quel cerchio immaginario in cui viene effettuata la caduta.

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Kō-shin-dō Judo Trieste
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