Per i principianti

Image00004Per chi non lo conosce già, il Judo si pratica su un tatami, un tappeto di materassini con spessore di circa 5 cm, tradizionalmente in paglia di riso, spesso in materiale plastico. Fondamentale, il tatami deve essere posato su una struttura in legno che contribuisca ad attutire i colpi ed ammortizzare le cadute. In questo modo è garantito che, una volta acquisite le tecniche di caduta è possibile praticare in sicurezza senza rischiare danni.

L'abito da Judo, il judogi, è visivamente molto simile ai 'kimono' tipicamente visti indossati ai praticanti di molte discipline orientali: una casacca che si chiude a lembi sovrapposti, un pantalone e una cintura legata in vita a chiusura. Dato che il Judo si pratica in coppia e vi è contatto continuo, il Judogi deve essere maggiormente resistente rispetto a molte altre discipline in cui non vi è contatto, in modo da resistere alle trazioni esercitate nella pratica e garantendo la possibilità di controllare la caduta del compagno affinché vada al suolo in sicurezza. Il Judogi è tradizionalmente di colore bianco. Per la pratica non si indossa altro e si pratica scalzi; le donne indossano sotto la giacca una t-shirt, possibilmente bianca.

I capelli lunghi vanno raccolti e vanno tolti anelli, bracciali, collane, piercing e quant'altro che nel corso della pratica potrebbe rischiare di impigliarsi e procurare ferite sia a chi le indossa sia al compagno.

Image00010Lo svolgimento di una lezione solitamente inizia con una fase di riscaldamento (con forme specifiche o esercizi generici di ginnastica, stretching o potenziamento); segue poi una fase dedicata alle cadute in cui si eseguono varie volte, individualmente, le tecniche di caduta sul tatami, tecniche che educano il corpo al modo corretto di 'cadere' al suolo senza subire traumi. Si continua quindi con la pratica in coppia, studiando tecniche, ripetendone l'esecuzione varie volte al fine di migliorarne progressivamente l'esecuzione per arrivare ad acquisirne l'applicazione ed eseguire le tecniche in modo spontaneo ed efficace nell'esercizio libero, in cui entrambi ricercano le migliori opportunità per eseguire le tecniche studiate.

Nel corso della pratica si rispetta un certo rituale, come il saluto collettivo ad inzio e fine lezione o il saluto all'inizio ed alla fine del lavoro in coppia nel corso dell'allenamento. Rituali che non sono il semplice 'replicare un'abitudine' ma che contengono significati più profondi di attenzione e rispetto per se stessi e per l'altro.
 

Benché il Judo sia una disciplina che a prima vista può dare l'impressione di essere 'violenta' per le ampie cadute a cui si può assistere ed i conseguenti tonfi quando si cade, l'incolumità è un aspetto determinante e fondamentale; una volta acquisite le tecniche di caduta anche tecniche ampie e conseguenti cadute rumorose sono eseguite in modo da escludere traumi e garantendo l'assenza di pericolo per nessuno. Nella pratica quotidiana inoltre non vi è competizione o antagonismo; col tempo si comprende che i risultati nel Judo possono essere conseguiti unicamente quando si comprende che la crescita e la progressione propria è strettamente legata alla progressione altrui, e viceversa. E' quindi un lavoro individuale e collettivo al tempo stesso, i cui benefici ricadono su tutti.

Le tecniche di combattimento nel Judo, non sono il fine ma un mezzo attraverso il quale si raggiungono benefici notevolmente più profondi e utili all'intera collettività.

Terminata la lezione è sempre gradita una doccia.

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Kō-shin-dō Judo Trieste
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